Nuove rivelazioni sul caso di Emanuela Orlandi, il giornalista Pino Nicotri sostiene che la giovane non fu rapita: allora cosa è successo?
Le recenti audizioni della Commissione bicamerale del 10 ottobre 2024 hanno portato nuovi elementi sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana scomparsa nel 1983.
Il giornalista investigativo Pino Nicotri, come riportato da Il Gazzettino, ha presentato una teoria sorprendente: “Emanuela Orlandi non fu rapita“. Ecco allora cosa sarebbe successo.
La teoria di Nicotri sul caso Emanuela Orlandi
Il giornalista Pino Nicotri ha seguito il caso di Emanuela Orlandi per anni e pubblicato diversi libri sull’argomento.
In tutto questo tempo, come ha ribadito alla Commissione, ha tratto delle conclusioni differenti rispetto all’ipotesi del rapimento.
Secondo il giornalista: “Io credo che sia stato un normale caso di violenza, una prepotenza finita male di un membro del cosiddetto giro amical-familiare“. Egli ha suggerito che potrebbe essere coinvolto un conoscente, forse addirittura un parente, come uno zio o un cugino.
Inoltre, sembra sostenere che non esistano prove concrete che confermino il rapimento, sottolineando come: “Tutto il contorno delle telefonate alla fine sono una roba che non serve a niente“.
Una delle piste che ha sollevato infatti riguarda Mario Meneguzzi, lo zio della giovane. In particolare sembrerebbe che nutra dei dubbi sull’alibi del parente.
Nicotri ha raccontato che l’uomo fu interrogato anni dopo dai magistrati, senza però convincerli del tutto sulla veridicità delle sue dichiarazioni. “Lo fecero pedinare“, ha spiegato.
Aggiungendo che la memoria dei familiari in merito a quel giorno successivamente sembra diventare “accomodante“.
La pista londinese e l’ipotesi scolastica
Un altro aspetto trattato durante l’audizione riguarda la cosiddetta pista di Londra, in cui si ipotizzava che Emanuela Orlandi fosse stata portata all’estero.
Nicotri ha definito questa teoria una “sciocchezza“, basandosi su una perizia grafologica che dimostrerebbe la falsità di una lettera firmata dall’ex arcivescovo di Canterbury, George Carey.
La grafologa, coinvolta nell’indagine, ha confermato che la firma era stata copiata da documenti autentici e successivamente falsificata.
Infine, Nicotri ha menzionato come “ipotesi di scuola” il possibile coinvolgimento di Marco Fassoni Accetti, un fotografo che frequentava la zona vicina alla scuola di musica di Emanuela.
Sebbene non vi siano prove certe, afferma: “Non si può escludere (…) era il fotografo di scena a palazzo Massimo, non distante dalla scuola di musica frequentata da Emanuela, e lui andava lì e alle feste faceva le foto, frequentava questo palazzo“.